lunedì 29 aprile 2013

Rimozione biciclette

A Copenhagen ci sono più bici che abitanti e il 50% delle persone usa la bici per andare al lavoro tutti i giorni. Questo significa anche che per strada, legate ai pali o alle rastrelliere per le biciclette giacciono migliaia di biciclette abbandonate, che arruginiscono sotto la pioggia e non donano un granché all'arredo urbano. La soluzione?
In comune c'è un team adibito alla rimozione delle biciclette. Zona per zona osservano le biciclette e se sembrano non usate da settimane viene applicato un sigillo alla ruota, uno scotch giallo con il simbolo del comune.
Dopo una settimana appaiono delle locandine in tutte le case che dicono che il comune rimuoverà tutte le biciclette il cui sigillo sia ancora intatto. Così passa il camion e uomini armati di tronchesine rimuovono le bici inutilizzate. Devo dire che la prima volta che  ho visto il camion era mattina molto presto e mi è venuto il dubbio che fosse l'infame banda di bulgari ladri di biciclette!

Quelle ancora in buono stato vengono poi vendute all'asta dalla polizia.
Si va alle 8.30 per visionare le bici, l'asta inizia alle 9. Per date e orari: www.topauktioner.dk

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile, liberazione dal lockout

Oggi finalmente il governo si è deciso ad intervenire  e a mettere fine a questa situazione anormale. Sensazione di sollievo ma anche di profonda sconfitta. Per i bambini, perché si poteva fare molto prima e per i maestri, cha alla fine saranno costretti ad accettare comunque la riforma tale e  quale. Oltre ad aver perso 4 settimane di stipendio... ecco il link a un articolo in inglese sulla vicenda. E un altro articolo che spiega il "modello danese" della concertazione e perché l'intervento del governo rappresenta un grave fallimento di questo modello.

FOLKETINGET - La cosa del popolo

Ieri ho partecipato all'ultima lezione del ciclo "Danish Democracy", organizzato dal gruppo CPH Volunteers. Si trattava appunto di una visita guidata al Parlamento Danese, Folketinget, ovvero la cosa del popolo.


Sembra strano e poco rispettoso chiamare il parlamento "la cosa" ma è incredibilmente in linea con lo stile danese: formalità zero, tanta sostanza.
Certo, meglio di rispettare il parlamento nella forma e poi denigrarlo ad ogni occasione (ogni riferimento non è puramente casuale)
Alcuni passaggi della storia della democrazia danese sono davvero degne di nota.
Prima di tutto il fatto che nel 1848, quando mezza Europa si macellava sui campi di battaglia per la democrazia e la sovranità dei popoli, la Danimarca sia passata in modo assolutamente pacifico dalla monarchia assoluta alla monarchia costituzionale. Semplicemente il popolo e il re si sono accordati ed è stata scritta la costituzione.
La Danimarca è stato anche il primo paese a dare il voto alle donne, nel 1915.

La costituzione del 1915, detta delle donne, perché appunto sancisce il diritto di voto per le donne.

Nel 1918, il Parlamento contava 9 membri donne e leggendo le biografie molte provenivano da famiglie contadine, povere, cosa impensabile anche per un uomo che volesse far politica in molti altri stati in quel tempo.

Le biografie delle parlamentari elette nel 1918

La Danimarca ha avuto anche il primo ministro donna di tutti i tempi e il primo speaker donna. Inoltre ha abolito la "upper house" il senato da noi, perché le leggi potessero essere approvate più rapidamente, in circa due mesi!


Dopo aver visto "the killing", passeggiando in queste stanze sembra di sentire voci che chiamano "Troels!"


Ogni primo ministro riceve un budget per farsi fare il ritratto da un artista a sua scelta. Il ritratto può essere appeso solo dopo che il primo ministro o Staat minister ha finito il suo mandato ed è sicuro di non essere più rieletto.

Avete notato il decoro che corre lungo tutto il muro del Parlamento?è una decorazione satirica che punzecchia i politici con battute e disegni ironici. In un angolo c'è anche disegnato un cane che fa la pipì!



Quando si poteva fumare, i parlamentari fumavano il sigaro. Si poteva fumare nei corridoi ma non nell'aula del senato o della camera. Così (forse anche perché non si sarebbero mai sognati di mettere i sigari nella lista dei rimborsi ; )) I senatori lasciavano il loro sigaro su uno di questi appoggiasigari, ricordandosi il numero per poterlo riprendere all'uscita. 

venerdì 19 aprile 2013

Lockout - continua...

Sta per finire la terza settimana di Lockout in Danimarca e non ci sono notizie di un possibile accordo. Con il passare del tempo le posizioni si estremizzano. Gli insegnanti ora accusano i comuni di fare accordi sottobanco con il governo, minando il modello danese della mediazione tra le parti coinvolte. Accusano il governo (governo socialdemocratico) di liberismo spregiudicato e di non intervenire per mettere fine alla disputa.
Comune e governo stanno a guardare mentre gli insegnanti manifestano, ogni giorno e fanno i conti con 3 settimane senza stipendio. I genitori pensano di fare causa ai comuni e si chiedono se almeno verranno rimborsate le tasse che i comuni risparmiano ogni giorno non pagando gli insegnanti...
Un bel casino che comunque durerà almeno per un'altra settimana...



giovedì 4 aprile 2013

Lock-out

In questi giorni non si parla d'altro. Il lock-out. Prima di Pasqua si temeva succedesse ma tutti dicevano noooooo, non si arriverà mai a una misura così estrema. E invece, il due aprile è successo. Il Lock-out.


Ci ho messo un po' a capire cosa fosse. All'inizio pensavo fosse uno sciopero, una protesta per la riforma della scuola. In realtà lock-out, come dice la parola stessa (chiusi fuori), vuol dire che gli insegnanti non possono entrare a scuola ad insegnare. Ma procediamo con ordine.
Il governo danese ha approvato una riforma della scuola che prevede tra le altre cose che siano le scuole  a decidere quante ore un insegnante debba dedicare alla preparazione delle lezioni e quante alle lezioni. Oggi lo decide il sindacato e le ore che un insegnante passa a preparare le lezioni non devono essere per forza a scuola. Le scuole quindi possono decidere che un insegnante debba passare più ore a scuola.
Dopo molti malumori tutti i sindacati hanno firmato. Tutti tranne uno che però conta 69.000 insegnanti che in un paese di 5 milioni di abitanti in totale è già un buon numero.
Normalmente (penso all'Italia) il sindacato avrebbe indetto un giorno di sciopero, maestri e bambini sarebbero scesi inutilmente in piazza e poi tutto sarebbe proseguito come deciso. Non qui.
Qui il sindacato non firma il contratto. Il ministro dice, se non firmi non faccio lavorare i tuoi iscritti fino a quando non cambi idea e non li pago. Al che il sindacato ribatte: Li posso pagare io anche fino a 3 mesi.
Il risultato è che le scuole danesi sono quasi tutte chiuse e tutto funziona a metà. Dopo tre giorni i genitori sono alla canna del gas, i nonni non sopportano più i nipoti e i bambini sono superannoiati e passano le giornate in giro a mangiare hotdog e macdonald... Quanto durerà? Chi cederà prima?


Nessuno lo sa, ma non ci sono segni di disgelo e i genitori si organizzano ad affrontare un'altra settimana di lock-out.
A me sembra surreale. Per fortuna almeno i nostri bambini sono a scuola normalmente, i loro maestri appartengono a un altro sindacato...